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OTRANTO - un po' di storia...
Otranto
è la città più orientale d'Italia. Questa speciale
realtà topografica ha condizionato da sempre, nel bene e nel male,
la storia ed il ruolo di questo centro.
Prospezioni archeologiche hanno rilevato la presenza di ceramica
ad impasto risalente ad un periodo compreso tra l'età del Bronzo
recente e quella del Bronzo finale (fine sec. XIII - XI a.C.),
quando le alture di Otranto erano occupate da capanne costruite
con strutture di pali impiantati nella roccia e rivestimento di rami e
frasche. Nell'insenatura del porto sono state rinvenute tracce di un insediamento
a capanne riferibile alla metà del VII sec. a.C.
Il ritrovamento più interessante, dal punto di vista artistico,
è un vaso (cratere) a figure rosse opera di un artigiano
ateniese: il pittore di Pan attivo tra il 480 e 460 a.C.
Il primo vero e proprio impianto urbanistico si ebbe sull'altura
a ridosso del porto, dove sorge la chiesetta di S. Pietro: l'altura che
individua l'acropoli della polis ellenizzata e nella quale è ancora
rintracciabile un'occupazione regolarissima del suolo quasi contrapposta
all'andamento irregolare della parte più bassa, quella che attualmente
ha nella Cattedrale il fulcro centrale.
Durante l'impero romano la città contese a Brindisi il ruolo
di porto principale verso la Grecia.
È probabile che in questo periodo l'abitato si sia consolidato
con funzioni di carattere commerciale e funerario, come testimoniano i
corredi funerari della necropoli emersa nei pressi di via delle Torri.
In età paleocristiana la città prese il sopravvento
su Brindisi per le rotte orientali. Al suo primo diffondersi il Cristianesimo
fu certamente favorito dalla rilevante presenza ebraica che sarà
sempre cospicua fino a tutto il medioevo. Nella città erano presenti
numerose comunità monastiche come attestano le cellette che ancora
si aprono sulle pareti rocciose della valle delle Memorie e della Valle
dell'Idro. È un vero e proprio dilagare di eremitismo che costituisce
la riprova che allo scorcio del sec. IV la regione era in una fase
di decadenza economica.
Alla fine del VI sec. Otranto era già nell'orbita politica
di Bisanzio.
La viabilità a livello regionale subisce un ribaltamento con il
rafforzamento dell'asse Otranto - Lecce - Oria - Taranto escludendo
completamente Brindisi destinata ad un rapido decadimento. Otranto
assunse la funzione di caposaldo con il restante tema di Calabria. Questa
nuova funzione evitò alla città l'abbandono che si verificò
in altre zone del Mezzogiorno. La tradizione vuole che in questo periodo
sia stata dotata di una cinta fortificata ritmata.
Il massimo prestigio sarà raggiunto dalla città nel periodo
della seconda dominazione bizantina (dal IX sec.) quando
la sua fedeltà agli imperatori e ai patriarchi di Costantinopoli
era fuori discussione. È il periodo del trionfo del rito greco
espresso in tutta la sua forza dall'eccezionale chiesa a croce greca a
pianta centrale di S. Pietro elevata proprio nel X sec. nella parte
più alta della città con l'altare rivolto ad oriente. Alla
fine dell'XI sec. sorse, lontano dall'abitato, l'Abbazia
di S. Nicola di Casole il centro del monachesimo greco in Puglia ed
una delle realtà culturali più importanti del medioevo cristiano,
divenuto tra il 1347 e il 1438 il più ricco monastero
dell'Italia meridionale. Nel frattempo alla metà dell'XI sec.
i normanni avevano conquistato buona parte della Puglia. L'ultima città
a cadere nelle mani dei nuovi dominatori fu, nel 1064, proprio
Otranto. I normanni non umiliarono la dignità culturale e strategica
raggiunta da Otranto. Furono ridefinite le strutture difensive (mura e
castello); nel 1088 si consacra la grandiosa Cattedrale
che dopo appena un secolo sarà provvista del mosaico
pavimentale di Pantaleone, sintesi
geniale della tradizione culturale occidentale ed orientale e, pertanto,
il prodotto artistico più significativo espresso dalla millenaria
storia della città. Negli anni della dominazione normanna la città
ospito più volte i cavalieri cristiani delle Crociate. Nel 1227
per la quinta Crociata arrivò in città lo sfarzoso corteo
di Federico II. Ai normanni seguirono gli angioini e gli aragonesi.
Nel 1480 la città era in piena evoluzione demografica ed
economica quando subì l'occupazione turca.
Nel 1479 dopo una lunga guerra, tra il turco e Venezia è
firmata la pace determinando la neutralità della Serenissima che
comunque aveva motivi di ostilità nei confronti di Ferdinando re
di Napoli. Il turco sapeva inoltre che le armate aragonesi e quelle dello
Stato pontificio erano impegnate dal 1478 in un'aspra guerra contro
Firenze.
Il 28 luglio 1480 apparve all'orizzonte otrantino un'enorme flotta
composta di 150 imbarcazioni per un forza complessiva di 18.000 uomini
(contro i 6.000 abitanti della città). La città forse mal
guarnita e difesa non resistette a lungo all'impeto dell'artiglieria nemica.
Il 12 agosto circa 800 otrantini che avevano negato la conversione alla
religione dell'Islam furono orrendamente massacrati sul colle della Minerva.
Solo il 10 settembre 1481 i turchi restituirono la città
ormai ridotta ad un cumulo di macerie e della quale non erano sopravvissuti
che 300 cristiani. Tredici mesi di guerra avevano sconvolto la città
e il suo territorio; distrutto il commercio e il monastero di Casole,
devastata la Cattedrale e alterate le vie di comunicazione. Si ricostruì
la cattedrale e a partire dal 1485 il castello e la cinta muraria.
Nel punto più alto del colle della Minerva, luogo dell'eccidio
degli 800 martiri fu costruito un tempio dedicato a S.
Maria dei Martiri.
Si ricostruirono i conventi dei domenicani, dei cappuccini e di S. Francesco.
Nel 1539 la città contava già 3200 abitanti e dalle
sue botteghe di iconopittura inviava le sue devote icone per tutta Italia
ed i paesi balcani. Un'inversione di tendenza si verificherà solo
a partire dalla seconda metà del '600 quando langue il commercio
e sembrano depresse le manifestazioni culturali. Il territorio non più
coltivato, si trasformava in palude e per conseguenza nella zona si diffondeva
la malaria. Poi Otranto seguì le vicende del Regno di Napoli.
Nel periodo napoleonico venne eretta a Ducato e assegnata al Ministro
Fouch.
Dopo l'annessione al Regno d'Italia, la città ha seguito
lo sviluppo della regione pugliese. L'agricoltura, grazie alle opere di
bonifica, alla sparizione del flagello della malaria e ai lavori di irrigazione,
è ritornata a fiorire ed oggi produce cereali, ortaggi e foraggi,
fino a quando l'attività vivaistica viticola non ha preso il sopravvento.
Il porto è molto attivo. In costante espansione è anche
il turismo balneare, grazie alle bellissime spiagge e alla sempre migliore
ricettività alberghiera.
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