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OTRANTO - un po' di storia...


Vivaio vitivinicolo Stefano - Otranto, panoramaOtranto è la città più orientale d'Italia. Questa speciale realtà topografica ha condizionato da sempre, nel bene e nel male, la storia ed il ruolo di questo centro.

Prospezioni archeologiche hanno rilevato la presenza di ceramica ad impasto risalente ad un periodo compreso tra l'età del Bronzo recente e quella del Bronzo finale (fine sec. XIII - XI a.C.), quando le alture di Otranto erano occupate da capanne costruite con strutture di pali impiantati nella roccia e rivestimento di rami e frasche. Nell'insenatura del porto sono state rinvenute tracce di un insediamento a capanne riferibile alla metà del VII sec. a.C.
Il ritrovamento più interessante, dal punto di vista artistico, è un vaso (cratere) a figure rosse opera di un artigiano ateniese: il pittore di Pan attivo tra il 480 e 460 a.C.
Il primo vero e proprio impianto urbanistico si ebbe sull'altura a ridosso del porto, dove sorge la chiesetta di S. Pietro: l'altura che individua l'acropoli della polis ellenizzata e nella quale è ancora rintracciabile un'occupazione regolarissima del suolo quasi contrapposta all'andamento irregolare della parte più bassa, quella che attualmente ha nella Cattedrale il fulcro centrale.

Durante l'impero romano la città contese a Brindisi il ruolo di porto principale verso la Grecia.
È probabile che in questo periodo l'abitato si sia consolidato con funzioni di carattere commerciale e funerario, come testimoniano i corredi funerari della necropoli emersa nei pressi di via delle Torri.
In età paleocristiana la città prese il sopravvento su Brindisi per le rotte orientali. Al suo primo diffondersi il Cristianesimo fu certamente favorito dalla rilevante presenza ebraica che sarà sempre cospicua fino a tutto il medioevo. Nella città erano presenti numerose comunità monastiche come attestano le cellette che ancora si aprono sulle pareti rocciose della valle delle Memorie e della Valle dell'Idro. È un vero e proprio dilagare di eremitismo che costituisce la riprova che allo scorcio del sec. IV la regione era in una fase di decadenza economica.Vivaio vitivinicolo Stefano - Otranto, Cattedrale

Alla fine del VI sec. Otranto era già nell'orbita politica di Bisanzio.
La viabilità a livello regionale subisce un ribaltamento con il rafforzamento dell'asse Otranto - Lecce - Oria - Taranto escludendo completamente Brindisi destinata ad un rapido decadimento. Otranto assunse la funzione di caposaldo con il restante tema di Calabria. Questa nuova funzione evitò alla città l'abbandono che si verificò in altre zone del Mezzogiorno. La tradizione vuole che in questo periodo sia stata dotata di una cinta fortificata ritmata.
Il massimo prestigio sarà raggiunto dalla città nel periodo della seconda dominazione bizantina (dal IX sec.) Vivaio vitivinicolo Stefano - Otranto, Mosaico pavimentalequando la sua fedeltà agli imperatori e ai patriarchi di Costantinopoli era fuori discussione. È il periodo del trionfo del rito greco espresso in tutta la sua forza dall'eccezionale chiesa a croce greca a pianta centrale di S. Pietro elevata proprio nel X sec. nella parte più alta della città con l'altare rivolto ad oriente. Alla fine dell'XI sec. sorse, lontano dall'abitato, l'Abbazia di S. Nicola di Casole il centro del monachesimo greco in Puglia ed una delle realtà culturali più importanti del medioevo cristiano, divenuto tra il 1347 e il 1438 il più ricco monastero dell'Italia meridionale. Nel frattempo alla metà dell'XI sec. i normanni avevano conquistato buona parte della Puglia. L'ultima città a cadere nelle mani dei nuovi dominatori fu, nel 1064, proprio Otranto. I normanni non umiliarono la dignità culturale e strategica raggiunta da Otranto. Furono ridefinite le strutture difensive (mura e castello); nel 1088 si consacra la grandiosa Cattedrale che dopo appena un secolo sarà provvista del mosaico pavimentale di Pantaleone, Vivaio vitivinicolo Stefano - Otranto, S.Nicola di Casolesintesi geniale della tradizione culturale occidentale ed orientale e, pertanto, il prodotto artistico più significativo espresso dalla millenaria storia della città. Negli anni della dominazione normanna la città ospito più volte i cavalieri cristiani delle Crociate. Nel 1227 per la quinta Crociata arrivò in città lo sfarzoso corteo di Federico II. Ai normanni seguirono gli angioini e gli aragonesi.

Nel 1480 la città era in piena evoluzione demografica ed economica quando subì l'occupazione turca.
Nel 1479 dopo una lunga guerra, tra il turco e Venezia è firmata la pace determinando la neutralità della Serenissima che comunque aveva motivi di ostilità nei confronti di Ferdinando re di Napoli. Il turco sapeva inoltre che le armate aragonesi e quelle dello Stato pontificio erano impegnate dal 1478 in un'aspra guerra contro Firenze.
Il 28 luglio 1480 apparve all'orizzonte otrantino un'enorme flotta composta di 150 imbarcazioni per un forza complessiva di 18.000 uomini (contro i 6.000 abitanti della città). La città forse mal guarnita e difesa non resistette a lungo all'impeto dell'artiglieria nemica. Il 12 agosto circa 800 otrantini che avevano negato la conversione alla religione dell'Islam furono orrendamente massacrati sul colle della Minerva.
Solo il 10 settembre 1481 i turchi restituirono la città ormai ridotta ad un cumulo di macerie e della quale non erano sopravvissuti che 300 cristiani. Tredici mesi di guerra avevano sconvolto la città e il suo territorio; distrutto il commercio e il monastero di Casole, devastata la Cattedrale e alterate le vie di comunicazione. Si ricostruì la cattedrale e a partire dal 1485 il castello e la cinta muraria. Nel punto più alto del colle della Minerva, luogo dell'eccidio degli 800 martiri fu costruito un tempio dedicato a S. Maria dei Martiri. Vivaio vitivinicolo Stefano - Otranto, S. Maria dei Martiri
Si ricostruirono i conventi dei domenicani, dei cappuccini e di S. Francesco.

Nel 1539 la città contava già 3200 abitanti e dalle sue botteghe di iconopittura inviava le sue devote icone per tutta Italia ed i paesi balcani. Un'inversione di tendenza si verificherà solo a partire dalla seconda metà del '600 quando langue il commercio e sembrano depresse le manifestazioni culturali. Il territorio non più coltivato, si trasformava in palude e per conseguenza nella zona si diffondeva la malaria. Poi Otranto seguì le vicende del Regno di Napoli.
Nel periodo napoleonico venne eretta a Ducato e assegnata al Ministro Fouch.

Dopo l'annessione al Regno d'Italia, la città ha seguito lo sviluppo della regione pugliese. L'agricoltura, grazie alle opere di bonifica, alla sparizione del flagello della malaria e ai lavori di irrigazione, è ritornata a fiorire ed oggi produce cereali, ortaggi e foraggi, fino a quando l'attività vivaistica viticola non ha preso il sopravvento.
Il porto è molto attivo. In costante espansione è anche il turismo balneare, grazie alle bellissime spiagge e alla sempre migliore ricettività alberghiera.

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